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Soave: una grande storia per un grande vino

Soave: una grande storia per un grande vino

A Vinitaly 2017 la magia del Soave tra vino e territorio

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04/04/2017

Il comune veronese di Soave è effigiato dalla bandiera arancione del Touring Club. Si trova al centro di un’immensa campagna verde, coltivata a vite. Facilmente raggiungibile si trova tra le provincie di Verona e Vicenza: è il terzo polo, per collocazione e interesse storico-culturale, dopo Verona e il Lago di Garda.

La strada del Vino percorre il più grande vigneto d’Europa per estensione: si misurano 6600 ettari. Questo territorio è ricco di bellezze naturali, si gode di un fantastico panorama: a nord le montagne della Lessinia e tutt’intorno i colori della Pianura Padana. Per gli amanti dell’arte, si possono visitare ville, chiese romaniche, borghi, musei e castelli. Per chi adora la natura e lo sport, Soave vi allieterà con percorsi freschi e rilassanti.

Il vino prodotto è uno dei migliori in territorio italiano, apprezzato e conosciuto in tutto il mondo. Qui crescono le uve “Garganega”e “Trebbiano di Soave”,indispensabili per la produzione dei famosi vini di Soave DOC: Soave DOC, Soave Classico DOC, Soave Superiore DOCG, Recioto di Soave DOCG.

Gustando nelle tipiche enoteche soavesi un calice di Recioto, rimarrete colpiti dal fascino del borgo e ne vorrete di certo sapere di più sul suo nobile passato.

L’origine storica del comune sembra avere radici romane come pagus (circoscrizione territoriale rurale), abbarbicato sulle dolci colline che costeggiano la Via Postumia. La strada romana collegava l’Italia Settentrionale: iniziava a Genova e finiva a Trieste. I principali municipia (comunità cittadina legata a Roma) del nord erano situati lungo questa via di comunicazione.

A prima vista Soave conquista per la struttura di borgo medievale: un castello si erge dal verde e contempla e controlla dall’alto il territorio circostante, le mura scendono dai pendii per proteggere l’abitato. Questa è una delle visioni mozzafiato che, secondo noi, è da ammirare almeno una volta nella vita. I documenti storici riguardanti il castello iniziano in epoca altomedievale. Ma si sospetta l’esistenza di un fortino già in epoca romana. Nel X secolo si hanno notizie dell’esistenza di un castello e da un diploma di Federico Barbarossa sappiamo che il territorio era di proprietà del Conte di Sambonifacio. Passò poi sotto la famiglia Greppi, che lo vendette al Comune di Verona, prima di trasferirsi in Lombardia.

Con l’avvento dei Signori della Scala, il castello divenne un punto strategico per ulteriori conquiste. Fu Cansignorio nel 1379 a progettare la costruzione della cinta muraria che circoscrive l’abitato. Con la fine della dinastia scaligera, il borgo venne controllato dai Visconti, poi dai Carraresi ed infine dal 1405 dalla Serenissima Repubblica di Venezia.

Nel Cinquecento si vide nel mezzo della battaglia tra la Serenissima e la Lega di Cambrai (costituita dal papato, Luigi XII di Francia, Massimiliano I d'Asburgo, Ferdinando II d'Aragona, Alfonso I d'Este, Carlo III e Francesco II Gonzaga): l’imperatore Massimiliano I conquistò il castello, e vista l’opposizione della popolazione, diede fuoco alla cittadina. Venezia vinse la battaglia e come riconoscenza per la fedeltà dei soavesi fece dono alla città di un pennone che innalzava la bandiera del gonfalone di San Marco.

La pace regnò sovrana su tutto il Veneto fino al 1796, quando arrivò Napoleone con il suo esercito. Tuttavia in quel periodo, dopo l’invenzione della polvere da sparo, le mura avevano perso la loro funzione protettiva. Così inevitabilmente il castello venne abbandonato. Fu restaurato dal primo sindaco di Verona dopo l’Unità d’Italia: Giulio Camuzzoni, nel 1889.

Ora il castello è un gioiello di storia e cultura di cui la popolazione va molto fiera. Anche se negli ultimi secoli la struttura ha perso la sua funzione protettiva e ne ha acquistata un’altra: quella di polo attrattivo turistico-culturale. Frequenti sono le rivisitazioni medievali, le sagre e gli eventi che qui si organizzano.

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Bernardo Pasquali