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Amarone Cà Florian 2007, una Riserva contemporanea.

Amarone Cà Florian 2007, una Riserva contemporanea.

Ecco la nuova Riserva 2007 di Cà Florian. Figlia dei tempi ma rigorosa interprete della storia e tradizione enologica della famiglia Tommasi. 

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12/10/2013

 

L’attesa era sentita per questa anteprima dell’Amarone Riserva Cà Florian 2007 al Caffè Dante a Verona. E’ l’opera di maturità di Giancarlo Tommasi, l’enologo di famiglia e il primo millesimo in collaborazione con Roberto Ferrarini, massimo esperto di enologia internazionale ma soprattutto della Valpolicella, in cui vive.

Cà Florian

Cà Florian è un cru, un lieu-dit come direbbero i francesi di Borgogna. Un piccolo appezzamento di terra, una parcella di vigneto selezionato negli anni e orientato alla produzione di una limitata produzione di vino di eccellenza. Cà Florian si trova dietro l’azienda a Pedemonte, 5 ettari,  su una fascia collinare posta a circa 250 mt e con un’esposizione a sud. La composizione dei terreni è calcarea, tipica, con una corteccia superficiale di argilla mista a scisti che poggia sulla roccia dura della Valpolicella. Si tratta di un terreno ideale per la produzione delle uve Corvina che vi dimorano. Buona esposizione al sole e soprattutto alle fresche brezze che scendono dalle valli di Marano e Negrar. Le vigne si trovano incolonnate su terrazzamenti sostenuti dagli antichi muretti a secco chiamati “marogne” e sono allevate con la tipica pergola veronese. Cà Florian è il cru classico dell’azienda Tommasi e quello su cui si cimentano le performances più ambite.

La verticale


Al Caffè Dante a Verona abbiamo degustato la storia di questo vino. 2001, 2004, 2005, 2006 per arrivare all’anteprima 2007. Una bella verticale presentata da Alessandro Scorsone che ha coinvolto i molti professionisti presenti in sala.  Cà Florian è da sempre un Amarone dove si cerca tutta l’eleganza della Valpolicella Classica. Una percentuale alcolica di 15 – 15,5% vol., una scelta storica, che fino al millesimo 2005 riesce a non farsi condizionare dalla contemporaneità.

2006

Il millesimo 2006 rivela una ricerca di concentrazione che lo rende meno elegante al naso con eccessi di sensazioni di appassimento; anche al palato non è ben equilibrato e rivela un tannino un po’ grossolano.

2005

Il 2005 invece è un millesimo da far scorta in cantina. Una bella fragranza del frutto, con una ciliegia amarena predominante che si compenetra ad una spezia pepata tipica e una dolce sensazione di cioccolato fondente. Integrità di profumi e piacevolezze balsamiche lo completano. Il tannino è molto elegante con una bella freschezza e sapidità. In bocca è un boero croccante che si allunga su un finale delicatamente ammandorlato.

2004

Il 2004 è un millesimo più austero dove prevale il pepe nero e la prugna secca. Meno affascinante del 2005 con una ciliegia in confettura meno croccante. Emerge una bella mineralità e un cioccolato fondente misto a caffè. Il tannino è più secco e allenta la piacevolezza evidenziando nel finale delle note un po’ troppo ammandorlate.

2001

Udite!udite! la vera perla della serata è il 2001. Un fantastico millesimo dove eleganza e finezza non ti tolgono il naso dal bicchiere. E l’evoluzione nel bicchiere è a dir poco entusiasmante. Complesso? Di più…spiegare quello che c’è dentro potrebbe rovinarne l’emozione provata. Possiamo solo affermare che questo vino è quello che tutti vorrebbero dalla Valpolicella Classica. Incredibilmente identitario e ricco di sottili profumi di confetture di frutta rossa, spezie delicate, piacevolezze balsamiche, rigore stilistico e austerità bilanciata. Un signore in frac che in gioventù ha vestito le sorti di un dandy raffinato. Essenziale al palato e decisamente secco con un tannino suadente e un intrigante allungo di spezia, caffè e  forastero.

La Riserva 2007 in anteprima

Ed ecco il 2007, alla fine di tutto, l’inizio di tutto! Si perché in questo vino c’è un cambio di stile, più che giovane l’ho sentito moderno, figlio della contemporaneità, di tecniche agronomiche più attente alla compostezza e integrità del frutto, appassimenti più rigorosi e controllati al fine da preservare il più possibile la forza espressiva aromatica dell’uva e infine una conoscenza enologica tale da vincolare il prodotto a una sempre maggiore perfezione stilistica. Ma tutto questo non è affatto negativo, tutt’altro. Forse manca quell’anima decadente e retrò che abbiamo trovato nel 2001 e che lo rende per questo più suggestivo e fascinoso. Ma diamogli tempo a questa nuova riserva. Ha una freschezza e una dotazione di tannini di pregio che avrà tempo per affinare la sua finezza e la sua carica espressiva di eleganza. Un valore già adesso è quello della continuità nel senso della secchezza del prodotto. Non si è ceduti alla banalità del residuo zuccherino che tenta molti produttori negli ultimi tempi. Bravi i Tommasi quindi a capire che si può essere contemporanei anche rimanendo coerenti con la storia e la tradizione. Ma mi raccomando amici…se predente una bottiglia di Riserva 2007, non abbiate fretta di berla. Anche dopo quasi otto anni potrebbe rivelarsi un’azione troppo precoce. Aspettiamo ancora qualche anno, allora capiremo il vero senso dell’emozione nel bicchiere.

Bernardo Pasquali

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