Italia

Dell'Araba Fenice e dei loro sogni

Dell'Araba Fenice e dei loro sogni

E' l'Italia che mi piace! Quella dei giovani, forti, coraggiosi e pieni di passione

Notizie in ambito wine, anteprime e consigli, iscriviti alla newsletter

19/08/2013

E' l'Italia che mi piace! Quella dei giovani, forti, coraggiosi e pieni di passione...a volte ce ne dimentichiamo ma ne esistono molti! Io oggi ne ho conosciuti due che mi hanno colpito e mi hanno fatto riflettere. Michela e Nicola Menti abitano su un'antica lingua di lava incandescente che un tempo esplodeva dai vulcani sottomarini delle terre di Gambellara. Lì sono cresciuti, tra i profumi della Garganega e la polvere nera degli antichi basalti. Bambini giocherelloni, inconsapevoli di un destino che li avrebbe uniti per risorgere dalle ceneri come un'araba fenice; quella disegnata da Michela che contrassegna tutte le etichette del loro Gambellara Classico.

E' una terra antica questa vicentina, la più occidentale, la più lontana e forse per lungo tempo dimenticata anche dai suoi concittadini. Ma è qui dove la Garganega ha messo le radici, tra le pieghe della lava e le maestose chiome di antichi gelsi. Lo scorrere del tempo non è stato sufficientemente generoso nei confronti di questa terra che oggi cerca di risorgere da un torpore enologico provocato da grandi industriali locali e subito da talentuosi vignaioli. Tutto dipende dai giovani che orgogliosamente non hanno mai rinnegato le loro origini.

Michela e Nicola hanno gli occhi che brillano quando ti raccontano della loro terra...è luce che si confonde con la passione dell'anima. Li ho incontrati dopo una mattinata di degustazioni per la guida Vini Buoni d'Italia dei vini del Veneto centrale. A mezzogiorno...di fuoco! Michela è una giovane sportiva che pratica il calcio a cinque, determinata e con la stretta della mano severa. Ci accoglie con l'eleganza che contraddistingue la bellezza femminile ma anche la timidezza giovanile di chi ti incontra per la prima volta. Nicola arriva da un'altra sala un po' più tardi. L'azzurro dei loro occhi e lo sguardo pieno di speranza sono state le due cose che mi hanno affascinato sin da subito. Altro che volti anonimi e stanchi come ci  descrivono i giovani d'oggi!

Nicola parte entusiasticamente con il giro tradizionale della cantina, una formula che chissà quante volte avrà ripetuto. Non lo fermo e non gli dico che di vasche, pigiadiraspatrici, coclee, accessori e altri strumenti di una cantina ormai ne avrò visti a centinaia. Non voglio togliere quella magia nei suoi occhi, non voglio infrangere quel sogno che sta condividendo con Michela. Da buon enologo Nicola è tutto preso a raccontare delle vasche da 10.000 litri, ma lì fuori dalla bellissima cantina, sono attratto da pareti di lava che testimoniano il grande valore di Rivalonga. Michela apre come Aladino la porta avvolgente che lascia intgravedere un piccolo magazzino e le poche barriques dove riposa il Recioto. Che gioia che provo e che tenerezza nel vedere quanto amore questi due giovani provano per il loro lavoro e il loro destino. Sto in un certo senso condividendo con loro quella rinascita e il desiderio di rivincita contro avversità inconsapevomente subite.

Con loro siamo scesi lungo i filari scoscesi tra vigne e piante da frutto, albicocche, prugne, ciliegie. Ogni tanto qua e là cespugli di iris, margherite ed erbette aromatiche che profumano l'aria; sulla destra la parete di lava che ha schiacciato e cotto l'argilla rendendola rossa come una ferita rimarginata. Scendendo si staglia l'arena di vigne che loro chiamano paradiso solo per il fatto che, a causa della pendenza, chi raccoglie a mano la Garganega il paradiso se lo guadagna! Più in basso tre piccole croci a ricordare l'eccidio da parte dei tedeschi in ritirata di tre partigiani di Montebello che tra queste vigne non riuscirono a scappare dalla scia delle pallotole dei mitra. Una camminata che ci ha fatto capire cosa significa per la vigna, vivere e sorgere dalle antiche lave che scaldano il terreno in maniera prepotente, tanto da lasciare alcuni di noi con il fiato corto. Nicola ci racconta dei suoi lunghi viaggi in Sudafrica per capire come si muove l'enologia moderna del nuovo mondo del vino; dei suoi vini che cercano di rimanere il più possibile testimoni delle origini da cui provengono.

E' Garganega in varie interpretazioni, con l'eleganza e la finezza minerale come filo conduttore; vini consolidati e altri ancora nei pensieri dei loro creatori. Tra questi l'"Insolito", un Gambellara Classico Garganega al 100% che passa un po' di tempo in barriques francesi. Un'idea di vino che dovrà certamente affinarsi anche nello stile ma che già oggi impressiona per la sua forza espressiva, l'eleganza dei legni pregiati e il frutto che sottilmente ti accompagna lungo la degustazione. Bravi, Michela e Nicola! Una bellissima sorpresa che ha rafforzato il mio amore per il vino e l'emozionante vita del vignaiolo. Una lezione per chi crede che il destino a volte prenda il sopravvento e non lasci scampo. Cari Michela e Nicola questo mio pensiero scritto, lo dedico a tutti coloro che vogliano emozionarsi riscoprendo tutta la bellezza della vita con voi in cantina!

 

Cantina Menti Vini:   www.mentivini.it

Bernardo Pasquali

Le foto selezionate per voi