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Puligny Montrachet  Les Folatieres Ier Cru Louis Jadot 1997

Puligny Montrachet Les Folatieres Ier Cru Louis Jadot 1997

Ecco un esenpio di grande vino bianco che non finisce di stupire ed emozionare nel bicchiere con lente ma indimenticabili evoluzioni che raccontano tutta la storia vissuta in quella bottiglia.

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25/10/2009

Il 1997 è stato un millesimo storico da ricordare negli annali anche in Borgogna. Il premiere cru della maison Louis Jadot, Les Folatieres, racconta di un'annata straordinaria che offre suggestioni di intensità aromatica rare. 
Puligny Montrachet è un piccolo villaggio che si trova sotto la capitale Beaune sulla mitica Cote de Beaune. Una fascia di vigneti che salgono fino a 200 - 250 metri lungo tutta la dorsale che da Macon si spinge fino a Dijon. 
Questo piccolo villaggio è diventato un mito nel mondo. Qui probabilmente si producono i più grandi vini bianchi al mondo. Grandi terroir e climat (insieme di terroir, clima, esposizione delle vigne, correnti dei venti, piovosità, inclinazione dei terreni...) che identificano un patrimonio vitivinicolo di pregio. Puligny Montrachet significa Chardonnay! La latitudine permette di ottenere vini dalla lunga vita e questo 1997 lo dimostra. Sul sito internet si consiglia la beva dopo 12 15 anni. Quindi ci siamo!
Jacques Lardiere Enologo di JadotHa bisogno di un pò di tempo per aprirsi nel bicchiere ma quando lo fa è la nostra sensorialità ad inebriarsi e toccare vette emozionali uniche. Sono vini che passano molto del loro tempo in fute da 223 l ( le barriques sono da 225...). Qui svolgono la malolattica e poi affinano per ottenere la finezza e il carattere che la maison decide di imprimere.
In questa bottiglia si sente tutta l'anima di Borgogna. Eleganza e finezza dei profumi. La tostatura è percepibile come da rituale nei vini bianchi di Borgogna, ma mette in evidenza una ricerca di legni di altissimo valore con tipologie di rovere differenti provenienti dalle più pregiate foreste del centro della Francia.
Le evoluzioni hanno certamente preso il sopravvento in questo 1997 ma la percezione esotica e agrumata rimane indelebile. Piacevolezze di miele ed erbe aromatiche miste a sottobosco e castagna dolce. Al palato è decisamente equilibrato con una lunga persistenza  e un retrogusto delicatamente ammandorlato. Sapido e fresco al palato. Per niente ossidato ma anzi ancora vivo e elegantemente fruttato. Sensazioni di tostaura permangono ma rimangono fini ed equilibratre. Esce un valore profondo del territorio d'origine. 
Ecco un esenpio di grande vino bianco che non finisce di stupire ed emozionare nel bicchiere con lente ma indimenticabili evoluzioni che raccontano tutta la storia vissuta in quella bottiglia. 
 
Bernardo Pasquali

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