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Con Flavio Prà I Campi vanno dritti al centro!

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Là dove osano Quintarelli e Dal Forno sta arrivando un nuovo mito che non li lascerà soli!

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13/08/2013

Là dove osano Quintarelli e Dal Forno sta arrivando un nuovo mito che non li lascerà soli!

Non lo dico perché è un amico. Lo affermo per le profonde sensazioni di piacevolezza e di pregio che mi hanno fatto sussultare dentro e alle quali ho potuto porre difesa solamente chiudendo silenziosamente gli occhi.  Attimi di emozione mista a stupore che solo i grandi vini possono permettersi. Solo i miti! Sono quei vini rari che ti isolano, dove le percezioni organolettiche sono così coinvolgenti che si diventa un tutt’uno con la materia.

Questo era l’Amarone che ho avuto la fortuna di assaggiare assieme al suo creatore. Un’opera d’arte che farà parlare di sé moltissimo e che certamente insidierà le stelle incontrastate del firmamento della Valpolicella Dal Forno e Quintarelli.

Lui è uno degli enologi che preferisco. Uno di quelli che in maniera maniacale studia i terroir su cui si sviluppano le viti affinchè possa predominare con la sua potenza nei vini che produce. Gli sono affezionato anche perché è quasi della classe, anche se questo potrebbe sembrare di poco conto! In effetti l’ho conosciuto ancor prima di poterlo incontrare. Ogni volta che provavo un vino che mi affascinava saltava fuori il suo nome. Poi un giorno me lo sono trovato in una cantina del vicentino durante una degustazione che stavo guidando. Mi voleva conoscere! Che strano…era proprio quello che volevo fare da tempo io stesso con lui.

I suoi sono vini che interpretano fedelmente la sua personalità. Lui è uomo dai modi gentili ma dalla forte personalità. Un ragazzo genuino consapevole di possedere ottime capacità maturate nel tempo e forgiate da una sana gavetta.

I suoi vini sono il frutto di questa esperienza. Gentili, franchi, fini, interpretativi del territorio d’origine. Lo si dice spesso ma nel suo caso la ricerca dell’unicità di provenienza è uno dei caratteri che devono prevalere indiscutibilmente. Gentili nei modi i suoi vini, ma preziosamente ricchi di personalità, di struttura agile e talvolta vellutata.

Dopo vent’anni di esperienza ho imparato che il vino non si fa solo in vigna o in cantina. Si fa soprattutto scegliendo il terroir giusto! Quando si ha quello tutto si può considerare in discesa.

La sua nuova avventura da produttore proviene per questo da anni di studio dei territori delle colline veronesi. Di vigne ne ha viste tante, di stratificazioni dei suoli altrettante. Ha potuto capire là dove il terroir era veramente prezioso e dove invece era inadeguato.

Per questo i suoi vigneti nascono in posti completamente staccati, addirittura di alcune vallate. Ed ecco un Soave di altissimo profilo organolettico, straordinariamente minerale, con doti acide di longevità quasi chablisiennes, nascere su vigne di 40 anni sui suoli neri di Costeggiola, in un vigneto ripido e lavorato con logiche di valorizzazione della vite che stravolgono le prassi abituali.

Poi un vigneto sull’alveo fluviale del progno di Illasi, a Cellore, proprio di fronte al vigneto Dal Forno. Qui i ciottoli sono evidenti e affioranti, la terra ben mescolata e predominante. Qui nasce il suo Valpolicella Superiore che profuma di quella terra ed è un vero e proprio elisir di spezie e  frutta rossa e nera,  croccante e in confettura.

Infine il mito, che è tale perché nasce in un posto realmente unico e in un certo senso mitico anch’esso. Un’antica cava di marna gialla scavata a 500 metri d’altezza sulla strada che da Mezzane  porta verso la Lessinia. Un posto virtuoso per le uve nere dell’Amarone. Si sta ancora lavorando per realizzare l’intero vigneto. Sorgerà al centro della cava, attorniato da un’arena alta circa 50 metri di abbagliante marna gialla. Un posto quasi lunare dove i suoli diventano l’elemento virtuoso di questo Amarone mito!

Siamo agli albori, al primo imbottigliamento, alle prime 800 bottiglie. Tutti coloro che lo hanno sorseggiato hanno risposto molto semplicemente con una semplice ma definitiva frase: “Mamma mia!”. Sì un vino talmente grande che lascia senza parole, se non quelle di un qualsiasi bambino.

Non ho detto il nome dell’amico produttore, dell’azienda e dei vini… Lo faccio apposta, per stimolare ognuno di voi a pensare a qualcuno che conoscete. Molti di voi sono grandi esperti e quindi tra le righe avranno già individuato l’autore. Per gli altri rimando alla prossima settimana con la presentazione più dettagliata dei vini e del viticoltore!

 

Bernardo Pasquali